domenica 16 maggio 2021

18/05 Storie di Pietre 2021: "Storie di pietre e di Schioppettino" - H 18.00 -

18 maggio ore 18.00 sulla Pagina Facebook di Duino&Book (LINK) 

Il Video è disponibile anche sul canale YouTube a partire dalle ore 18.00 del 18/5  (LINK)

STORIE DI PIETRE E DI SCHIOPPETTINO 

Ultima puntata della prima parte di Duino Book , si chiude il programma di Storie di Pietre con un appuntamento nel cuore del Friuli, a Prepotto per la presentazione del concorso dedicato al famoso vino lo Schioppettino.  Prepotto in provincia di Udine è una delle 25 Città del Vino attive per la promozione e valorizzazione di un territorio unico e speciale.  Prepotto è il comune che racchiude a sud le Valli del Natisone e si affaccia ai dolci declivi del Collio, di cui ha in comune un ottima tradizione vitivinicola. Nelle varie frazioni troviamo numerosi esempi ben conservati di architettura rurale in particolare la borgata di Berda ristrutturata dopo il terremoto secondo criteri di piacevole unità stilistico-ambientale. Tuttavia la storia di Prepotto è indissolubilmente legata a quella di Castelmonte. Il complesso che costituisce l'attuale santuario fu in origine una postazione romana, trasformata successivamente in borgo fortificato. Citato per la prima volta in un documento del 1175, il santuario della Beata Vergine del Monte appartenne prima al preposito di S. Stefano a Cividale, poi, dal 1253, al capitolo di S. Maria. Nel XIII secolo la Chiesa di S. Maria in Monte era considerata una delle più importanti del Patriarcato di Aquileia. Devastato da un rovinoso incendio nel 1469 e semidistrutto dal terremoto del 1511, il santuario fu ampliato e abbellito nel Seicento. Da un punto di vista urbanistico, eccezion fatta per gli interventi eseguiti in seguito all'ultima guerra mondiale, la struttura non subì ulteriori grandi modifiche. Il Santuario di Castelmonte ospita alcune pregevoli opere d'arte tra le quali è particolarmente degna di nota la quattrocentesca Madonna con Bambino, statua in pietra dipinta di scuola salisburghese; la statua è inserita nell'altare barocco eseguito nel 1684 da Alessandro Tremignon. Di notevole interesse sono i numerosi ex-voto che costituiscono un'importante testimonianza di religiosità popolare. Tra le chiese minori della zona ricordiamo la Chiesetta di S. Antonio ad Oborza, la Chiesa di S. Bartolomeo Apostolo a Ciubiz, la Chiesetta dei tre Re a Prepotischis e la Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo a Centa. (fonte: www.vallinatisone.it) Il Comune è composto da numerosi borghi nati intorno ad antiche fortificazioni o sviluppatisi a margini di casali e fattorie. Meritano una visita il Santuario della Madonna del Monte (1175), il castello di Albana e il borgo medioevale di Castelmonte da cui passa la Via dei Monti Sacri, un itinerario tematico (percorribile in macchina, autobus, mountain bike o a piedi) che collega tra di loro tre santuari dedicati alla Madonna: Monte Santo (Sveta Gora) nel comune di Nova Gorica, Maria Zell (Marijino Celje) nalla parte Slovena e Castelmonte (Stara Gora) nella parte italiana. Il bordo rurale di Centa è costituito da un nucleo compatto di piccole abitazioni, due delle quali risalenti al XIV e XVI sec. Dopo una lunga fase di abbandono, questa valle ha saputo valorizzato la coltura della vite soprattutto nella parte pianeggiante e collinare, arrivando oggi a contare ben 200 aziende che producono tra i migliori vini friulani. Fiore all'occhiello del territorio è la sottozona "Schioppettino di Prepotto” della DOC Friuli Colli Orientali, ricavata dall'omonimo vitigno autoctono, nato proprio nella valle del Judrio. Appartiene alla famiglia delle ribolle - è infatti la ribolla nera o pocalza, in sloveno - e deriva forse il suo nome dallo "schioppettare" alla masticazione dell'uva matura, caratterizzata da una buccia tesa e spessa o forse dalla particolarità del mosto che, fermentando, “schioppetta” sul palato.

Una puntata “frizzante” introdotta dall’Ambasciatore delle Città del Vino e membro del Coordinamento Regionale Gianpietro Colecchia, che da Duino Aurisina passerà il testimone al Sindaco di Prepotto Mariaclara Forti, che ci presenterà il territorio e delle importanti iniziative.  La consigliere delegata Barbara Pascoli presenterà il Concorso I racconti dello Schioppettino di Prepotto. #Unicopernatura. Il comune di Prepotto (UD) indice un concorso letterario in collaborazione con il Duino&Book con cadenza annuale dedicato al vino Schioppettino, eccellenza del territorio. Duplice lo scopo dell’iniziativa: favorire la creatività di coloro che amano la scrittura e il vino, nonché valorizzare, attraverso un’iniziativa culturale, lo Schioppettino di Prepotto. A conclusione dell’incontro due persone speciali, Claudio Fabbro agronomo enologo e giornalista, nonché per il suo amore e conoscenza per tale territorio cittadino onorario di Prepotto, nonché la vulcanica Somellier Liliana Savioli, di Duino, che presenterà una degustazione proprio del prestigioso vino friulano. La puntata lancerà la seconda fase (storie di Angeli 1-17 luglio) e la terza fase (storie di vini 1 settembre 21 dicembre) che vedrà proprio con la premiazione del Concorso la conclusione dell’ottava edizione di DuinoBook 2021.

 Duino&Book è promosso dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis e si svolge grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito della Promozione delle attività culturali – iniziative progettuali 2021 per le manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica e si avvale di diversi e specifici contributi nelle varie sezioni per la loro realizzazione. 


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sabato 15 maggio 2021

17/05 Storie di Pietre 2021: "Storie di pietre e poesie a Duino&Book" - H 18.00 -

 17 maggio ore 18.00 in diretta sulla Pagina Facebook di Duino&Book (LINK) ed in presenza presso Circolo Culturale Sloveno Igo Gruden.

Il Video è disponibile anche sul canale YouTube a partire dal 19/5 (LINK)

STORIE DI PIETRE E POESIE A DUINO&BOOK

In occasione della nuova pubblicazione del 2020, presentazione di Quel Carso Felice edito da La Transalpina. Tradotte in italiano, con testo originale sloveno a fronte, quaranta poesie dedicate all’amato Carso scritte negli anni giovanili dal grande poeta Srečko Kosovel, scomparso prematuramente a soli 22 anni, il 17 maggio del 1926.

Il Carso e le sue stagioni, la terra, i villaggi, i pini, il vento, le nuvole, i fiori, la notte, l’anima, la solitudine, riflessioni sulla bellezza della giovane vita e la tristezza di una morte annunciata. Quest’opera, per la prima volta, offre l’occasione di far conoscere anche al pubblico italiano dei “non-addetti ai lavori” le liriche dedicate alla terra carsica, da lui tanto amata, di questo giovane letterato d’inizio Novecento detto anche il Rimbaud sloveno.

Nel giorno del 95 anniversario della morte del poeta, Michele Obit, giornalista, poeta e traduttore, autore dell’introduzione all’opera sarà intervistato da Christian Sinicco. L’incontro sarà introdotto dalla Presidente del Circolo Culturale Sloveno Mariza Skerk e dal Presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis Massimo Romita

Duino&Book è promosso dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis e si svolge grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito della Promozione delle attività culturali – iniziative progettuali 2021 per le manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica e si avvale di diversi e specifici contributi nelle varie sezioni per la loro realizzazione.  L’evento del 17 maggio vede la collaborazione del Circolo Culturale Sloveno Igo Gruden, del Lions Club Duino Aurisina, del Ajser 2000,

“Noi lo immaginiamo, Srečko Kosovel, mentre attraverso le sue lenti sottili si immerge in quel paesaggio che non è cambiato poi tanto da allora — sono passati quasi cent’anni —, solo la strada è oggi asfaltata, ma non mancano i muretti ed i ciliegi, e la vita contadina qui non si è ancora arresa allo strapotere delle industrie e dei centri commerciali. Qui è Tomaj, oggi poco più di trecento abitanti, sull’altopiano carsico sloveno, nel comune di Sežana. La casa dove Kosovel ha vissuto gli ultimi anni della sua troppo breve vita, e da cui osservava quel paesaggio così mirabilmente descritto, esiste ancora, ed è diventata una casa-museo che offre ai visitatori oggetti, libri e sensazioni di quella che è stata una vita breve e intensa, sofferta e poetica.”

Tratto dall’introduzione di Michele Obit a Quel Carso felice (Transalpina, 2017)

Michele Obit (Ludwigsburg, 1966) vive e lavora a Udine. È direttore responsabile del settimanale bilingue della minoranza slovena in Italia «Novi Matajur». Come organizzatore culturale collabora alla realizzazione del festival Stazione di Topolò / Postaja Topolove, che ogni anno, in estate, si tiene sul confine, per il quale cura il progetto di residenza per scrittori e poeti «Koderjana» e gli incontri letterari «Voci dalla sala d’aspetto/Glasovi iz cakalnice». Dal 1998 si occupa di traduzione letteraria dallo sloveno in italiano. Ha curato e tradotto due antologie di poeti sloveni delle giovani generazioni: «Nuova poesia slovena » (1998) e «Loro tornano la sera» (2011), entrambe pubblicate per Editoriale Stampa Triestina (ZTT EST). L’anno seguente traduce in italiano le poesie per l’infanzia di Srecko Kosovel pubblicate con il titolo Il ragazzino e il sole. Nel 1999 ha inoltre co-fondato a Sacile (PN) il laboratorio sulla traduzione poetica «Linguaggi di-versi / Razlicni jeziki». Ha pubblicato numerose raccolte poetiche: Notte delle radici (1988), Per certi versi / Po drugi strani (1995), Epifania del profondo / Epiphanje der Tiefe (2001), Leta na oknu (2001), Mardeisargassi (2004), Quiebra-Canto (2004), Le parole nascono già sporche (2010), Marginalia/Marginalije (2010) e la plaquette Un uomo è anche un aratro (2015).  Ha anche proposto, tradotti per il pubblico italiano, i grandi scrittori sloveni e i poeti più significativi della nuova generazione come Brane Mozetič (Passion, Zoe edizioni, 2007), Miha Mazzini (Il giradischi di Tito, Fazi, 2008), Aleš Šteger (Berlino, Zandonai, 2009). A questi nomi, si aggiungono infine anche quelli del pluricentenario autore triestino in lingua slovena Boris Pahor (Piazza Oberdan, Nuova dimensione, 2010) e di Florjan Lipuš (L’educazione del giovane Tjaž, Zandonai, 2011). Dal 2006 collabora come traduttore permanentemente con la Fondazione «Le vie della pace nell’Alto Isonzo di Kobarid/Caporetto». Per la collana eLit ha tradotto due volumi: Niente di nero in vista di Nataša Kramberger e La stagione secca di Gabriela Babnik

Christian Sinicco

Christian Sinicco è nato a Trieste il 19 giugno 1975, poeta. La sua prima raccolta è Mare del Poema (1997-1998), rieditata recentemente e pubblicata assieme alla prima parte della raccolta Ballate di Lagosta (Edizioni CFR, Piateda 2014; nota introduttiva di Alberto Bertoni). Nel 2003 diviene caporedattore del magazine Fucine Mute, tra i primi periodici multimediali ad essere iscritto nel Registro Stampa (1998): firma articoli e interviste (ad esempio a Luzi, Spaziani, Loi, Villalta) e all'interno di Fucine avvia il progetto di catalogazione e critica delle opere di poesia delle generazioni nate a partire dagli anni 70, attività che continua tuttora. Partecipa al blog Absolute Poetry, realizzando la prima mappatura della poesia in rete attraverso una serie di interviste e, dopo la pubblicazione nel 2005 di passando per New York (Lietocolle, Como; un libro politico, che riflette il triennio dopo il crollo delle Twin Towers; prefazione di Cristina Benussi) numerose iniziano a essere le sue letture, performance e concerti, anche con il gruppo rock Baby Gelido, in Italia e all'estero in Turchia, Croazia, Bosnia, Slovenia, Austria, Spagna. Nel 2008 vince a sorpresa il Trieste International Poetry Slam - nel 2013 diventerà il primo presidente della LIPS - Lega Italiana Poetry Slam. Nel 2008, lascia Fucine Mute e Absolute Poetry e inizia a collaborare con Argo per cui ha curato la ricerca sulla scena dialettale italiana sfociata nel 2014 nell'antologia L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti in dialetto e in altre lingue minoritarie (1950-2013) (Gwynplaine edizioni). Sempre per la rivista Argo cura la sezione internazionale dell'Annuario di poesia.




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venerdì 14 maggio 2021

Pulizia del manufatto sito ad Aurisina Centro dedicato ai 2000 anni delle Cave di Aurisina

 Il Gruppo Ermada Flavio Vidonis (LINK) nell'ambito del progetto DuinoBook Storie di Pietre in corso di svolgimento fino al 18 maggio ha provveduto ad incaricare la ditta specializzata Ecocentrodi Trieste alla pulizia del manufatto sito ad Aurisina Centro dedicato ai 2000 anni delle Cave di Aurisina. Il manufatto posto ai lati della Chiesa di San Rocco era stato installato proprio a ricordo delle Cave famose in tutto il mondo.

Un simbolo che ha rappresentato molto per l economia del territorio, con l inizio del secolo dove migliaia di operai erano impiegati nelle scavazione e nella lavorazione della pietra e del marmo.

 Negli appuntamenti di Duino Book partiti il 1 di maggio il Gruppo ha voluto ripercorrere alcune storie di pietre, pietre che hanno visto la Grande Guerra, pietre che hanno visto il terremoto, pietre che hanno sentito canzoni e poesie in lingue e dialetti diversi, pietre che sono state utilizzate per costruire piazze, palazzi statue e colonne.

 Puntate che hanno toccato Ravenna come Bologna, Vienna come Venezia, Trieste e Terracina attraverso un importante filo conduttore la pietra di Aurisina. In vista delle Giornate Fai un contributo importante per proseguire il cammino legato alla valorizzazione di questi luoghi.

http://gruppoermadavf.blogspot.com/




















giovedì 13 maggio 2021

16/05 Storie di Pietre 2021: "Poesie ed immagini sul Monte Ermada" - H 10.00 -

 16 maggio ore 10.00 sulla Pagina Facebook di Duino&Book (LINK) 

Il Video è disponibile anche sul canale YouTube a partire dalle ore 10 del 16/5 (LINK)

MONTE ERMADA - GRMADA CASE KOHISCE

“STORIE DI PIETRE, POESIE ED IMMAGINI SUL MONTE ERMADA” 

Doveva essere l’anno della rivincita della Camminata più apprezzata del territorio, le norme per il Covid non garantivano la possibilità di organizzare quella che era principalmente una festa. Una marcia attraverso i sentieri del Carso, per conoscere e promuovere i prodotti e le peculiarità di questa terra, con una particolare attenzione per le tracce che la Prima guerra mondiale ha lasciato sul territorio di Kohišče.  Il percorso è adatto a tutti ed è lungo 10 km. La partenza prevista da tre luoghi simbolo del territorio: Duino, Ceroglie, Medeazza, in passato anche da Brestovizza (Slovenia). Durante la marcia si potevano visitare la Dolina del Principe - Dol, dal punto panoramico sul Frščak ammireremo il golfo di Trieste da Strugnano a Grado. Anche i monti Gabrnjak e Ermada offrono una vista stupenda sulla Valle del Vipava e le Alpi Giulie. Sul Monte Cocco, sul Gabrjak e sull’Ermada sono sempre state organizzate visite guidate delle trincee e degli appostamenti della Prima guerra mondiale. Inoltre era possibile visitare anche la Caverna del fuoco e le grotte Karl e Zita. Una tappa importante della marcia le doline carsiche, nelle quali sono stati allestiti dei chioschi con i prodotti dei produttori locali. La marcia terminava sempre a case Kohišče con un pranzo per tutti i partecipanti. Si auspica che ad ottobre del 2021 si possa di nuovo organizzarla con importanti iniziative collegate. Marko Pahor, titolare dell’Azienda Agricola Kohišče nel portare il suo saluto congiuntamente con le altre realtà associative vuole presentare con delle splendide immagini di repertorio di Tanja Tuta la camminata.

Immagini di oggi ed immagini di ieri, dall’Archivio storico di Aureliano Barnaba, le foto dell’Ermada durante il primo conflitto mondiale, soldati austriaci, soldati italiani, trincee e ripari, grotte e camminamenti, commentate da poesie e testi letti dagli Allievi dell’Università della Terza Età coordinati dalla regia di Romana Olivo.

 

Duino&Book è promosso dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis e si svolge grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito della Promozione delle attività culturali – iniziative progettuali 2021 per le manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica e si avvale di diversi e specifici contributi nelle varie sezioni per la loro realizzazione.   


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14/05 Storie di Pietre 2021: "Duino&Book incontra il Festival del vento della pietra" // conferenza online // - H 19.00 -

 14 maggio ore 19.00 sulla Pagina Facebook di Duino&Book (LINK) 

Il Video è disponibile anche sul canale YouTube a partire dal 16/5 (LINK)

AURISINA

conferenza/video
“DUINO & BOOK incontra il Festival del Vento e della Pietra” 

Il Gruppo Ermada Flavio Vidonis all'interno del Duino&BOOK Storie di Pietre ospita la presentazione di un grande evento promosso dall'Associazione CASA C.A.V.E. - "Festival del vento e della pietra" in partenariato con KARSIART FESTIVAL e il Comune di Duino Aurisina.

In particolare sarà presentata l'attività nell'ambito dei progetti "IL VIAGGIO DELLA PIETRA - DA AURISINA AL MONDO" e "L'ORO DEL CARSO - IL VINO", Residenze di scultura e di fotografia che hanno avuto luogo nel Comune di Duino Aurisina, nell’estate/autunno 2020.

L'incontro, introdotto da Massimo Romita, Presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis, avrà il seguente programma:

- Presentazione attività e progetto con la partecipazione di Annalisa D'Errico, Fabiola Faidiga, Maddalena Giuffrida. L'incontro è anche una preziosa occasione per illustrare il TAVOLO condiviso e il PROGETTO work in progress finalizzati all'apertura del MUSEO DIFFUSO DELLE CAVE E DELLA PIETRA DI AURISINA.

- Proiezione del video di Simone Modugno che riassume l'esperienza delle Residenze di scultura presso alcune Aziende del Marmo del territorio (Gramar Marmi, Marmi Fratelli Cortese, Tecnomarmi di Zandomeni).

- Presentazione del libretto” IL VIAGGIO DELLA PIETRA - DA AURISINA AL MONDO" a cura del fotografo Massimo Goina e illustrazione del lavoro scultoreo degli artisti in residenza - Jacopo Bassi, Edi Carrer, Alberto Fiorin - a cura di Eva Comuzzi, con proiezione di fotografie.

- Presentazione e proiezione del portfoglio fotografico di Adriana Iaconcig, nell'ambito delle residenze di fotografia L'ORO DEL CARSO / IL VINO.


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lunedì 10 maggio 2021

13/05 Storie di Pietre 2021: "Mosaico adriatico - Pietra - Racconti d'Europa" // diretta facebook // - H 18.00 -

 13 maggio ore 18.00 in diretta sulla Pagina Facebook di Duino&Book (LINK) 

Il Video è disponibile anche sul canale YouTube a partire dal 15/5 (LINK)

conferenza/video in diretta
“MOSAICO ADRIATICO - PIETRA - RACCONTI D'EUROPA” 

Una prima puntata internazionale quella del 13 maggio a Duino Book Storie di Pietre, Mosaico Adriatico/Pietra – Racconti d’Europa. Attraverso una preziosa collaborazione con Tv Koper Capodistria rivivremo le immagini della puntata realizzata dalla giornalista Martina Vocci dedicata alla Pietra del Carso e dell’Istria.

L’Adriatico è un mare di pietra, un luogo in cui le rocce calcaree e arenacee sono parte fondamentale del panorama che si offre allo sguardo di un viaggiatore.

Per secoli la pietra bianca d’Istria ha rappresentato l’eccellenza e il prestigio nella costruzione degli edifici, ma soprattutto dei monumenti: non è un caso che il mausoleo di Teodorico, re degli Ostrogoti, sia interamente composto di questo pregiato materiale che doveva imitare il palazzo di Diocleziano a Spalato. E a partire da questo dato, il viaggio di “Mosaico Adriatico” esplorerà diverse declinazioni del tema della pietra: la natura geologica del territorio Alto Adriatico che vede l’alternanza di bianchi calcari, come sul Carso, alle gialle marne- arenarie, una particolarità che si vede anche sottoterra; lo straordinario monumento al lavoro dell’uomo che rappresentano i muretti a secco, dichiarati patrimonio dell’Unesco nel 2018, con le variazioni che si abbracciano il Carso fino ad arrivare giù nel Quarnero sull’isola di Veglia con i mrgari, legati alla pastorizia e all’allevamento; ultimo ma non meno importante, uno dei simboli dell’Istria, l’Arena di Pola, anch’essa interamente costituita di pietra Bianca d’Istria.


Non mancherranno preziosi contributi d’archivio fotografico con una piccola chicca: la collezione privata di Carlo Finocchiaro, per molti anni presidente della Commissione Grotte E. Boegan di Trieste, che con la sua macchina fotografica e il mitico Tessar ha fotografato il carso dalla fine degli anni Quaranta fino a qualche decennio fa. Il tutto condito dalle immancabili parole che raccontano la bellezza della diversità di queste terre plurali e dai confini mobili.

A parlare del Carso e del Carsismo sarà il geologo e spelologo Furio Finocchiaro introdotto dal Presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis Massimo Romita 

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domenica 9 maggio 2021

12/05 Storie di Pietre 2021: "Tempus edax rerum, Roma e il Timavo" Presentazione Libro - H 18.00 -

12 maggio ore 18.00:
👉in diretta sulla Pagina Facebook di Duino&Book (LINK) 
👉in presenza presso il Ristorante "Non So" al Villaggio del Pescatore (DuinoAurisina-TS).

Il Video è disponibile anche sul canale YouTube a partire dal 14/5 (LINK)

PRESENTAZIONE DELLA 3^ EDIZIONE DEL LIBRO
“TEMPUS EDAX RERUM, ROMA E IL TIMAVO” 

Con la partecipazione dell’Archeologa Paola Ventura della Soprintendenza per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio del FVG, di Rinaldo Stradi, Presidente del Gruppo Speleologico Flondar e di Valentina Degrassi, Archeologa, l’incontro sarà moderato da Massimo Romita, Presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis.

Edito dal Gruppo Speleologico Flondar, il libro deve il titolo a un motto di Virgilio sulla caducità delle cose realizzate dall’uomo. È una rassegna delle scoperte archeologiche effettuate sul territorio tra Monfalcone e Aurisina, dove sono numerose le tracce di edifici d’epoca romana, tra le quali varie ville abbellite da pavimentazioni musive. Di particolare interesse appaiono le stazioni di posta sulla consolare Via Gemina e il rinvenimento dei resti di due legionari del I secolo a.C. in un pozzo naturale presso Villaggio del Pescatore.

Nel 2001 il volume è stato ampliato con l’aggiunta di un capitolo sui risultati delle ultime ricerche archeologiche sul complesso dei resti d’epoca romana del cosiddetto Castello d’Attila e con una rassegna delle grotte del Carso triestino in cui sono stati scoperti manufatti coevi. E’ stato anche rifatta la trattazione del sito del Mitreo, sulla base di nuove considerazione sul significato del tempio ipogeo. La terza edizione porta nuovi e importanti aggiornamenti.

Duino&Book è promosso dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis e si svolge grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito della Promozione delle attività culturali – iniziative progettuali 2021 per le manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica e si avvale di diversi e specifici contributi nelle varie sezioni per la loro realizzazione. 

L’evento del 12 maggio vede la collaborazione del Gruppo Speleologico Flondar,  del Lions Club Duino Aurisina, del Ajser 2000,  e il sostegno della Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse. 

https://www.sabap.fvg.beniculturali.it/

https://www.flondar.it/

GRUPPO SPELEOLOGICO FLONDAR

Il Gruppo Speleologico Flondar è operativo sul territorio dal 1973 e l’attività primaria è la speleologia in tutti i suoi aspetti.Negli ultimi anni il G.S.F. ha collaborato e collabora con le istituzioni nella ricerca storico-archeologica relativa al Comune di Duino-Aurisina ed è attivo nella divulgazione delle conoscenze apprese, sia attraverso l’allestimento di mostre e conferenze che attraverso la collaborazione con le scuole.

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PER APPROFONDIRE

LE VIE DI COMUNICAZIONE - Valentina Degrassi

 La zona che oggi grossomodo comprende parte del Villaggio del Pescatore, San Giovanni di Duino, il Lisert e la zona industriale di Monfalcone, corrispondeva ad un'area nota nella storiografia antica come Lacus Timavi.

Livio, storico vissuto a cavallo tra I secolo a.C. ed il successivo, la descrive con poche parole (LIV.XLI.1.2; XLI.2.1), sufficienti tuttavia a delineare un panorama assai diverso dall'attuale. L'acqua raggiungeva le pendici degli ultimi colli del Carso monfalconese, invadendo l'attuale zona industriale fino al colle di Moschenizze e spingendosi a ridosso della ss. 14 verso S. Giovanni di Duino e le foci del Timavo. Un' isoletta ed un antico sistema di cordoni litoranei separava dal mare aperto questo bacino. Non sappiamo di che natura fosse questo "lago": oggi si pensa ad un estensione del sistema di lagune che caratterizza l'arco adriatico nord-occidentale, per quanto un considerevole apporto d'acqua dolce, dovuto al Timavo stesso e molto probabilmente ad un ramo secondario dell'Isonzo, può aver creato condizioni ambientali particolari, tali da giustificare la terminologia utilizzata da Livio2.
Il Lacus Timavi e le zone finitime erano inserite nella rete stradale antica attraverso due percorsi principali:

1. la via Gemina, che collegava Aquileia a Tergeste.

2. la via che collegava questa zona con la grande strada Aquileia-Emona, l'odierna Lubiana, stesa lungo la valle del Vipacco.

La prima, provenendo da Ronchi, correva lungo le falde meridionali dei colli del monfalconese a ridosso della laguna3. Attraversava il Locavaz in prossimità dell'attuale ponte della ss.14, quindi si biforcava, per riunirsi in prossimità di S. Giovanni di Duino. Con tratto unico scendeva, attraversando la statale vicino ai Lupi di Toscana, verso la Bocche del Timavo, quindi con un ramo raggiungeva il Villaggio del Pescatore riunificandosi al tracciato principale nei pressi del bivio di Duino. Proseguiva quindi verso Sistiana ed Aurisina. Il percorso ulteriore raggiungeva Prosecco da dove un ramo scendeva a Trieste mentre l'altro proseguiva per l'Istria4.

L'altro asse partiva anch'esso dalla zona di Ronchi ma entrava nella valle delle Mucille lungo il versante nord dei colli monfalconesi: tagliava nei pressi di Selz portandosi sulle falde meridionali del Cossich, proseguiva quindi verso il lago di Doberdò, inoltrandosi nella stretta valle tra il Debelj e l'Arupacupa (loc. Vertace). Svoltava quindi per Jamiano, dove superava un'altra confluenza con la strada che si inoltrava nel Vallone, infilandosi infine nella valle di Brestovizza. Da qui puntava verso la valle della Branizza, che attraversava presso l'odierna Branik, per ricongiungersi al percorso della via Aquileia-Emona nei pressi di Aidussina (Ad Castra). Collegamenti diretti con questa via e la zona del Lacus Timavi (e quindi Duino) sono stati rilevati presso l'Ermada ad est di Medeazza e lungo il versante occidentale del Flondar: ambedue si collegavano al tracciato della Aquileia-Tergeste presso S. Giovanni di Duino.
Lungo la Gemina, nell'area della biforcazione della strada, presso l'attuale acquedotto Randaccio, è stata scoperta negli anni '80 una grande villa identificata con la mansio Fons Timavi, stazione di posta nominata dagli antichi itinerari e riportata sulla Tabula Peuntingeriana6. Sempre sulla base degli itinerari e di altri scrittori, in particolare Plinio (NH III.18.127), abbiamo qualche notizia circa i centri abitati che s'incontravano più ad est: la prima località nominata dopo la mansio è il Castellum Pucinum, borgo che l'odierna storiografia identifica con Duino7, oltre al quale si apriva il golfo di Trieste. A favore dell'identificazione di Duino con un castellum, nel senso di sito fortificato, hanno pesato i risultati di una campagna di scavo condotta in un'area adiacente alla cinta muraria dell'attuale castello8, in base ai quali è stata accertata la presenza di un' insediamento la cui ultima fase si data tra la seconda metà del I secolo a.C. e la prima metà del successivo. Su questa base, avvalorata dalla posizione strategica di Duino, naturalmente protetta e dominante rispetto la rete stradale antica, oggi si reputa che Castellum Pucinum sorse negli anni successivi alle incursioni giapidiche del 52 a.C. e che mantenne le sue funzioni difensive fino in epoca tardo-antica, tanto da essere inserito nel sistema di fortificazioni del confine orientale9.

NOTE
1 In anni recenti, è stata avviata una ricerca, denominata progetto SARA, finalizzata alla ricostruzione della linea di costa tra Aquileia e Tergeste, con particolare riferimento ai mutamenti idrografici del territorio compreso tra il Tagliamento ed il Timavo: F. Maselli Scotti, V. Degrassi, P. Ventura 1998, Lacus Timavi in the Region of Venezia Giulia (Italy) from the Bronze to the Roman Age: Human Settlements and Landscapes Archaeology, Atti del XIII Congresso UISP, 4, Forlì pp.521-525; F.Maselli Scotti et Alii 1998, Aquileia: a Protohistorical Human Setting, Atti del XIII Congresso UISP, 4, Forlì, pp.827-833. Vedi da ultimo il contributo di F. Maselli Scotti in AAAd 45, 1999.
2 Vale la pena ricordare che Tacito (Annales XIV,5) utilizza il termine "lacus" riferendosi a Baia: il Baianus Lacus è uno specchio d'acqua costiero, ad acque marine, collegato al mare aperto da un canale. Sulla possibilità che l'Isonzo si gettasse con un ramo anche nell'area del golfo di Panzano, vedi supra F. Senardi.
3 I tratti di strada rinvenuti nella zona di Monfalcone sono pochissimi: solchi carrai sono attestati in pratica, solo sulle falde del colle di Moschenizze, al confine della palude. Esistono tuttavia moltissimi accenni a tratti di questa strada negli appunti manoscritti di A. Puschi, conservati ai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, grazie ai quali è possibile ricostruire l'asse viario dal ponte di Ronchi fino a quello (o quelli) sul Locavaz: cfr. V. Degrassi, P. Ventura 1999, passim.
4 Una corrente di pensiero individua una via per l'Istria interna-Fiume lungo un percorso interno, di ascendenza protostorica, piuttosto che lungo la tradizionale via Aurisina-S. Croce-Prosecco. In base ad una od all'altra ipotesi, la Mansio Avesica nominata dall'Itinerario Antonino, situata a 12 miglia da quella di Fons Timavi lungo il percorso per Fiume (Tarsatica), andrebbe riconosciuta in Prosecco o in Zolla, località presso Monrupino; cfr. L. Bosio 1991 passim; A. Grilli 1973, pp.28-30.
5 Un nodo stradale si trovava probabilmente nei pressi di Ceroglie: già rilevato dal Gregorutti (1890-92) e dal Puschi (1905), esso permetteva da un lato si raggiungere il mare, dall'altro di collegarsi all'altopiano di Comeno.
6 La Tabula Peuntingeriana, che deve il nome al suo primo editore Peutinger, è un documento di epoca medievale copia di una sorta di carta stradale risalente al IV secolo d.C. (itinerarium pictum). Essa riporta, con tanto di indicazioni sia delle distanze sia delle stazioni di posta, gli itinerari principali in partenza da Roma. E' certamente il documento più importante in nostro possesso per ricostruire i percorsi di epoca romana: ad essa si affiancano due itinerari scritti (itineraria adnotata), nati come guide per i viaggiatori che, dovendo scegliere un percorso, potevano in base ad essi fissare le possibili tappe o conoscere le distanze tra le località da raggiungere.7 Castellum Pucinum, la località nominata nella Tabula Peutingeriana e negli itinerari, è riconosciuta ora in Prosecco, ora in Duino (da ultimo L. Bosio 1991, p. 218 e ss). P. Kandler (1874) e con lui A. Puschi (appunti manoscritti: cfr. nt.3) identificavano il Castellum con le rovine del Palazzo d'Attila, nella Val Catino (Villaggio del Pescatore).8 F. Maselli Scotti 1983-84, passim.
9 F. Maselli Scotti 1992 p.370, Eadem 1994, pp.180-181.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
L. BOSIO, Le fortificazioni tardo-antiche del territorio di Aquileia, in AAAd. 15, 2, pp.515-548
L. BOSIO 1991, Le strade romane della Venetia e dell'Histria, Padova
V. DEGRASSI, P. VENTURA 1999, Ricerche nell'area del Lacus Timavi: la rete stradale nelle fonti archivistiche, in AAAd 45, pp.125-145
C. GREGORUTTI 1890-92, L'antico Timavo e le vie Gemina e Postumia, "A.Tr" s. II, 16, pp.259-313; "A.Tr" s. II, 1891, pp.166-206; "A.Tr" s. II, 18, 1892, pp.39-79
A. GRILLI 1979, Il territorio di Aquileia nei geografi antichi, in AAAd 15, 1, pp.223-257
A. GRILLI , G. MENG 1978-79, La strada romana sul Carso triestino, "Atti del CeRDAC" 10, pp.63-81
P. KANDLER 1874, Discorso sul Timavo, Trieste
F. MASELLI SCOTTI 1983-1984, Problemi suscitati dai recenti scavi di Duino (Trieste), in Problemi storici ed archeologici dell'Italia nord-orientale e delle regioni limitrofe dalla preistoria al medioevo, "ACMT", Quaderno XIII,1, pp.45-64.
F. MASELLI SCOTTI (1990) 1992, Due fortificazioni tardo antiche ad oriente di Aquileia, in Felix temporis reparatio, Atti del convegno Milano capitale dell'Impero romano, Milano 8-11 marzo 1990, Milano, pp.369-373
F. MASELLI SCOTTI 1994, Le difese ad oriente di Aquileia al tempo dell'invasione attilana, in "Attila, flagellum Dei?", Convegno internazionale di studi storici sulla figura di Attila e sulla discesa degli Unni in Italia nel 452 d.C., pp.180-186
A. PUSCHI 1905, La strada romana da Aquileia ad Emona, "A.Tr" s. III, pp.109-125
A. SCHMID 1979, Vecchie e nuove scoperte lungo l'antica rete stradale del Timavo, "Alpi Giulie" 73, pp.34-64
A. SCHMID 1985, Il Vallone del Carso, Trieste
G. SCHMIEDT 1979, Contributo della fotografia aerea alla conoscenza del territorio di Aquileia, in AAAd 15, pp 153 e ss
V. VEDALDI JASBEZ 1994, La Venetia orientale e l'Histria, Le fonti letterarie greche e latine fino alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, "Studi e Ricerche sulla Gallia Cisalpina" 5, Roma

 

LE VILLE DEL "LACUS TIMAVI" - Valentina Degrassi (VD), Paola Ventura (PV)

Il piccolo catalogo abbraccia i territori dei comuni di Duino Aurisina e di Monfalcone, limitato quest'ultimo, all'area strettamente legata al Lacus Timavi. Sono stati considerati inoltre, solo i complessi dei quali si è reso disponibile un rilievo: delle altre ville si forniscono esclusivamente notizie di carattere generale, qui di seguito.


COMUNE DI DUINO AURISINA
Alcuni rinvenimenti sicuramente riferibili ad una villa sono stati segnalati dal Kandler e dallo Sforzi nella baia di Sistiana1. In particolare si trattava di frammenti di suspensurae, quindi riconducibili all'ala termale di un complesso residenziale, e di scarsi lacerti di mosaico. La località, segnalata come "Braida Vecchia", è stata localizzata alla base della baia, vicinissima al mare: è verosimile che il porticciolo del tipo a mandracchio segnalato dal Kandler e dalla Scrinari, costituisse l'approdo privato della villa, sull'esempio di tutti gli altri complessi considerati.
Un'altra villa va sicuramente posizionata a Canovella degli Zoppoli, sul primo terrazzo prospiciente il mare2. Segnalata dal Puschi, sappiamo che si ornava di un mosaico "a stelle nere" e di altri tre vani pavimentati in mosaico monocromo bianco e cornice nera. Il Puschi ne individuò anche l'ala "rustica", dove vide, prima che venissero distrutti, alcuni dolia incassati nel terreno utilizzati, presumibilmente, per la conservazione di derrate alimentari. Il complesso era dotato anche di un sacello di culto, come testimonia un frammento di bacile in pietra offerto alla Bona Dea da parte di Ursa, rinvenuto sul posto3. Con l'individuazione di questa villa prende corpo il suggerimento espresso da F.Scotti sull'esistenza di uno scalo romano a Cannovella, forse da collegare all'attività estrattiva della cava di cui lo scalo poteva costituire il terminale d'imbarco4.
Un altro complesso di grandi dimensioni è stato segnalato dal Kandler sulla costa di Santa Croce: attualmente sono in corso accertamenti per individuarne la posizione ed eventualmente, rilevarne i resti subacquei. Oltre a questi rinvenimenti, va infine citata la necropoli segnalata da A. Schmid (1975) presso Slivia: non è possibile dire se questa fosse riferibile ad una villa o semplicemente alla via interna che dirigeva verso Fiume. In ogni caso è probabile che l'area fosse in uso ad una comunità in qualche modo legata alla stazione doganale di Prepotto.

COMUNE DI MONFALCONE
Dagli appunti manoscritti di A. Puschi apprendiamo dell'esistenza di una villa vicino all'attuale stazione ferroviaria di Monfalcone. Gli scavi da lui eseguiti, inediti e per questo estremamente difficili da interpretare, hanno messo in luce, molto probabilmente, l'area di un peristilio ornato da una balaustra in calcare. Da questa villa proviene un frammento di iscrizione pubblicato da P. Sticotti, riferibile al genio tutelare. Il gentilizio, purtroppo frammentario, rimanda alla gens Pomponia o Pompeia. Un altro complesso di grandi dimensioni doveva trovarsi sotto le pendici del colle della Rocca, nell'area dell'attuale Piazza del Popolo, del quale ce ne da notizia il Del Ben. Il rinvenimento di fistulae in piombo con bollo ci permette di inquadrare la villa nell'ambito del I secolo d.C.
Un altro rinvenimento di estremo interesse va posizionato nell'area limitrofa alla chiesa della Marcelliana6. Il rilievo, molto frammentario, è riconducibile ad un cortile porticato sul quale si affacciava un ambiente mosaicato. Il mosaico b/n con motivo ad ottagoni collegati da squadre, inquadranti un quadrato (o rettangolo) con losanghe di risulta agli angoli, è databile nell'ambito del II d.C. La posizione di questo complesso assume particolare interesse nel quadro di identificazione di un possibile paleo-delta del ramo isontino che avrebbe sfociato nel Lacus Timavi: è probabile infatti che il corso d'acqua scorresse tra l'area della Marcelliana che, ricordiamo, è sede plebanale, e le pendici dei colli monfalconesi.

NOTE
1 Su questa villa vedi F. Fontana 1993 passim, con bibliografia precedente. Un ringraziamento a C. Pristavez, socio del GSF, che ci ha fornito il materiale cartografico necessario alla sua localizzazione.
2 La villa è stata recentemente posizionata grazie ad un sopralluogo del GSF: frammenti di embrici sono a tutt'oggi adoperati nei muretti divisori dei campi. Su questa villa e sulla successiva è in corso uno studio particolareggiato: cfr. S. Flego, L. Rupel, M. Zupancic, Contributo alla topografia dei siti archeologici sul declivio tra Sistiana e Grignano (cc. Santa Croce ed Aurisina), c.s.
3 P. Sticotti, p.210 nt.3: "il nome della località è Srednje, "campi di mezzo", ma il vocabolo più antico sarebbe Conovello..."
4 F. Maselli Scotti 1979, p.357.
5 P. Sticotti 1908, p.282 e ss.
6 L. Bertacchi 1979, p.285
L. BERTACCHI 1979, Presenze archeologiche romane nell'area meridionale del territorio di Aquileia, in AAAd 15, 1, pp. 259-289
F. DEL BEN 1790, Notizie storiche e geografiche della Desena e Territorio della Terra di Monfalcone, Manoscritto, Biblioteca comunale di Monfalcone
P. KANDLER, G. SFORZI 1842, Esplorazioni di antichità nella città ed agro tergestino, Trieste
F. MASELLI SCOTTI 1979, Il territorio di sud-orientale di Aquileia, in AAAd 15, 1, pp. 345-381
A. PUSCHI 1892, Scoperte archeologiche a Trieste e nel suo agro, "A.Tr" n.s. 18, pp.264 e ss.
A. SCHMID 1975, S. Antonio Abate sopra Slivia. Ricerche storico - topografiche, "Alpi Giulie" 69/1
V. SCRINARI 1951, Tergeste, Roma-Spoleto
P. STICOTTI 1908, Antichità scoperte a Trieste e nel suo agro, "A.Tr" 4, s. III, pp.279-288
P. STICOTTI 1911, Recenti scoperte di antichità avvenute a Trieste e nel suo territorio, "A.Tr" 6, s. III, pp.171 e ss.
1 Su questa villa vedi F. Fontana 1993 passim, con bibliografia precedente. Un ringraziamento a C. Pristavez, socio del GSF, che ci ha fornito il materiale cartografico necessario alla sua localizzazione.
2 La villa è stata recentemente posizionata grazie ad un sopralluogo del GSF: frammenti di embrici sono a tutt'oggi adoperati nei muretti divisori dei campi. Su questa villa e sulla successiva è in corso uno studio particolareggiato: cfr. S. Flego, L. Rupel, M. Zupancic, Contributo alla topografia dei siti archeologici sul declivio tra Sistiana e Grignano (cc. Santa Croce ed Aurisina), c.s.
3 P. Sticotti, p.210 nt.3: "il nome della località è Srednje, "campi di mezzo", ma il vocabolo più antico sarebbe Conovello..."
4 F. Maselli Scotti 1979, p.357.
5 P. Sticotti 1908, p.282 e ss.
6 L. Bertacchi 1979, p.285

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
L. BERTACCHI 1979, Presenze archeologiche romane nell'area meridionale del territorio di Aquileia, in AAAd 15, 1, pp. 259-289
F. DEL BEN 1790, Notizie storiche e geografiche della Desena e Territorio della Terra di Monfalcone, Manoscritto, Biblioteca comunale di Monfalcone
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A. SCHMID 1975, S. Antonio Abate sopra Slivia. Ricerche storico - topografiche, "Alpi Giulie" 69/1
V. SCRINARI 1951, Tergeste, Roma-Spoleto
P. STICOTTI 1908, Antichità scoperte a Trieste e nel suo agro, "A.Tr" 4, s. III, pp.279-288
P. STICOTTI 1911, Recenti scoperte di antichità avvenute a Trieste e nel suo territorio, "A.Tr" 6, s. III, pp.171 e ss.
1 Su questa villa vedi F. Fontana 1993 passim, con bibliografia precedente. Un ringraziamento a C. Pristavez, socio del GSF, che ci ha fornito il materiale cartografico necessario alla sua localizzazione.
2 La villa è stata recentemente posizionata grazie ad un sopralluogo del GSF: frammenti di embrici sono a tutt'oggi adoperati nei muretti divisori dei campi. Su questa villa e sulla successiva è in corso uno studio particolareggiato: cfr. S. Flego, L. Rupel, M. Zupancic, Contributo alla topografia dei siti archeologici sul declivio tra Sistiana e Grignano (cc. Santa Croce ed Aurisina), c.s.
3 P. Sticotti, p.210 nt.3: "il nome della località è Srednje, "campi di mezzo", ma il vocabolo più antico sarebbe Conovello..."
4 F. Maselli Scotti 1979, p.357.
5 P. Sticotti 1908, p.282 e ss.
6 L. Bertacchi 1979, p.285















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