Al Festival del Libro della Grande Guerra anche Èco s. femminile, plurale, edito da Kappa Vu, di Carmen Gasparotto e Marielena Porzio.
Ventisei racconti in cui personaggi e ambienti sono indagati con i mezzi dell’introspezione e delle conoscenze storiche, in un quadro accattivante e per certi versi sorprendente dei destini dei protagonisti.
Storie che non sono autobiografiche (se non per quanto di autobiografico chi scrive riversa sempre nella propria opera), ma che spaziano invece in tempi e ambiti molto diversi. Le unificano i luoghi, perché tutte hanno a che fare con gente del Friuli e della Venezia Giulia. E pur nella varietà di genere e di stile narrativo, hanno la stessa scrittura asciutta, la stessa capacità immaginativa, per finali spesso folgoranti.
Esperimento molto interessante di due scrittrici che si mettono assieme in gioco, presentando ognuna le proprie storie (come loro amano chiamarle), ma in un intreccio di dialogo e narrazione che evidenzia una sintonia artistica notevole.
Nei brevi dialoghi tra una storia e l’altra, le autrici raccontano anche se stesse, i corsi di scrittura creativa, le letture che le hanno ammaliate e guidate, le suggestioni ed emozioni che le spingono a scrivere: un’originale riflessione sul mestiere del narrare.
Le autrici.
Racconti di Carmen Gasparotto sono stati pubblicati nelle raccolte Lignano: ti racconto (La nuova Base Editricie) e Dice Alice (Vita Attiva). Nel 2013 il primo romanzo Di forte istinto. Nel 2015 ha vinto il premio “Elca Ruzzier”, con il racconto L’amianto lo abbiamo mangiato tutti (in Siamo partite in tre, Vita Activa).
Mariaelena Porzio ha pubblicato suoi racconti nelle raccolte L’ippogrifo (Libreria al Segno Editrice), Lignano: ti racconto e Dice Alice. Nel 2015 si è classificata terza al concorso “Per le antiche vie” con il racconto Onora la madre.
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