A presentare Santa Gorizia. I simboli della Grande Guerra
nel ventennio isontino (Aviani Editori), al Festival del Libro della
Grande Guerra che si terrà a Duino Aurisina dal 18 al 20 novembre, saranno l’autore,
Ivan Buttignon, storico e politologo, e Lorenzo Salimbeni, gionalista
pubblicista e ricercatore storico.
Corredato da un ampio apparato iconografico (fotografie di
Lorenzo Lucia), Santa Gorizia descrive l’uso propagandistico che il fascismo
fece della Prima guerra mondiale, nel corso della quale la conquista di Gorizia
aveva rappresentato uno dei passaggi maggiormente enfatizzati. Nel dopoguerra,
presentandosi erede della romanità e sobbarcandosi l’onere della cosiddetta
“vittoria mutilata”, il regime di Benito Mussolini intervenne nella
ricostruzione di Gorizia, devastata dal conflitto, con interventi architettonici,
monumentali e decorativi tesi a celebrare i caduti del conflitto e a dimostrare
la continuità del loro sforzo con l’operato dello Stato fascista.
Oltre alle
analisi storiche e politologiche di Ivan Buttignon (collaboratore della
cattedra di Economia aziendale dell’Università di Udine) dedicate al capoluogo
isontino, nel volume figurano anche saggi di Gaetano Dato (membro del Comitato
Scientifico dell’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione
di Trieste) e di Lorenzo Salimbeni (ricercatore della Lega Nazionale), i quali
si soffermano rispettivamente sul Sacrario di Redipuglia e sui cippi e
monumenti che il fascismo edificò direttamente sui campi di battaglia del
Goriziano.
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