17 maggio ore 18.00 in diretta sulla Pagina Facebook di Duino&Book (LINK) ed in presenza presso Circolo Culturale Sloveno Igo Gruden.
Il Video è disponibile anche sul canale YouTube a partire dal 19/5 (LINK)
STORIE DI PIETRE E POESIE A DUINO&BOOK
In occasione della nuova pubblicazione del 2020, presentazione di Quel
Carso Felice edito da La Transalpina. Tradotte in italiano, con testo originale
sloveno a fronte, quaranta poesie dedicate all’amato Carso scritte negli anni
giovanili dal grande poeta Srečko Kosovel, scomparso prematuramente a soli 22
anni, il 17 maggio del 1926.
Il Carso e le sue stagioni, la terra, i villaggi, i pini, il vento, le
nuvole, i fiori, la notte, l’anima, la solitudine, riflessioni sulla bellezza
della giovane vita e la tristezza di una morte annunciata. Quest’opera, per la
prima volta, offre l’occasione di far conoscere anche al pubblico italiano dei
“non-addetti ai lavori” le liriche dedicate alla terra carsica, da lui tanto
amata, di questo giovane letterato d’inizio Novecento detto anche il Rimbaud
sloveno.
Nel giorno del 95 anniversario della morte del poeta, Michele Obit,
giornalista, poeta e traduttore, autore dell’introduzione all’opera sarà
intervistato da Christian Sinicco. L’incontro sarà introdotto dalla Presidente
del Circolo Culturale Sloveno Mariza Skerk e dal Presidente del Gruppo Ermada Flavio
Vidonis Massimo Romita
Duino&Book è promosso dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis e si svolge
grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito
della Promozione delle attività culturali – iniziative progettuali 2021 per le
manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica e si avvale di diversi
e specifici contributi nelle varie sezioni per la loro realizzazione. L’evento del 17 maggio vede la collaborazione
del Circolo Culturale Sloveno Igo Gruden, del Lions Club Duino Aurisina, del
Ajser 2000,
“Noi lo immaginiamo, Srečko Kosovel, mentre attraverso le sue lenti
sottili si immerge in quel paesaggio che non è cambiato poi tanto da allora —
sono passati quasi cent’anni —, solo la strada è oggi asfaltata, ma non mancano
i muretti ed i ciliegi, e la vita contadina qui non si è ancora arresa allo
strapotere delle industrie e dei centri commerciali. Qui è Tomaj, oggi poco più
di trecento abitanti, sull’altopiano carsico sloveno, nel comune di Sežana. La
casa dove Kosovel ha vissuto gli ultimi anni della sua troppo breve vita, e da
cui osservava quel paesaggio così mirabilmente descritto, esiste ancora, ed è
diventata una casa-museo che offre ai visitatori oggetti, libri e sensazioni di
quella che è stata una vita breve e intensa, sofferta e poetica.”
Tratto dall’introduzione di Michele Obit a Quel Carso felice
(Transalpina, 2017)
Michele Obit (Ludwigsburg, 1966) vive e lavora a Udine. È direttore
responsabile del settimanale bilingue della minoranza slovena in Italia «Novi
Matajur». Come organizzatore culturale collabora alla realizzazione del
festival Stazione di Topolò / Postaja Topolove, che ogni anno, in estate, si
tiene sul confine, per il quale cura il progetto di residenza per scrittori e
poeti «Koderjana» e gli incontri letterari «Voci dalla sala d’aspetto/Glasovi
iz cakalnice». Dal 1998 si occupa di traduzione letteraria dallo sloveno in
italiano. Ha curato e tradotto due antologie di poeti sloveni delle giovani
generazioni: «Nuova poesia slovena » (1998) e «Loro tornano la sera» (2011),
entrambe pubblicate per Editoriale Stampa Triestina (ZTT EST). L’anno seguente
traduce in italiano le poesie per l’infanzia di Srecko Kosovel pubblicate con
il titolo Il ragazzino e il sole. Nel 1999 ha inoltre co-fondato a Sacile (PN)
il laboratorio sulla traduzione poetica «Linguaggi di-versi / Razlicni jeziki».
Ha pubblicato numerose raccolte poetiche: Notte delle radici (1988), Per certi
versi / Po drugi strani (1995), Epifania del profondo / Epiphanje der Tiefe
(2001), Leta na oknu (2001), Mardeisargassi (2004), Quiebra-Canto (2004), Le
parole nascono già sporche (2010), Marginalia/Marginalije (2010) e la plaquette
Un uomo è anche un aratro (2015). Ha
anche proposto, tradotti per il pubblico italiano, i grandi scrittori sloveni e
i poeti più significativi della nuova generazione come Brane Mozetič (Passion,
Zoe edizioni, 2007), Miha Mazzini (Il giradischi di Tito, Fazi, 2008), Aleš
Šteger (Berlino, Zandonai, 2009). A questi nomi, si aggiungono infine anche
quelli del pluricentenario autore triestino in lingua slovena Boris Pahor
(Piazza Oberdan, Nuova dimensione, 2010) e di Florjan Lipuš (L’educazione del
giovane Tjaž, Zandonai, 2011). Dal 2006 collabora come traduttore
permanentemente con la Fondazione «Le vie della pace nell’Alto Isonzo di
Kobarid/Caporetto». Per la collana eLit ha tradotto due volumi: Niente di nero
in vista di Nataša Kramberger e La stagione secca di Gabriela Babnik
Christian Sinicco
Christian Sinicco è nato a Trieste il 19 giugno 1975, poeta. La sua
prima raccolta è Mare del Poema (1997-1998), rieditata recentemente e
pubblicata assieme alla prima parte della raccolta Ballate di Lagosta (Edizioni
CFR, Piateda 2014; nota introduttiva di Alberto Bertoni). Nel 2003 diviene
caporedattore del magazine Fucine Mute, tra i primi periodici multimediali ad
essere iscritto nel Registro Stampa (1998): firma articoli e interviste (ad
esempio a Luzi, Spaziani, Loi, Villalta) e all'interno di Fucine avvia il
progetto di catalogazione e critica delle opere di poesia delle generazioni nate
a partire dagli anni 70, attività che continua tuttora. Partecipa al blog
Absolute Poetry, realizzando la prima mappatura della poesia in rete attraverso
una serie di interviste e, dopo la pubblicazione nel 2005 di passando per New
York (Lietocolle, Como; un libro politico, che riflette il triennio dopo il
crollo delle Twin Towers; prefazione di Cristina Benussi) numerose iniziano a
essere le sue letture, performance e concerti, anche con il gruppo rock Baby
Gelido, in Italia e all'estero in Turchia, Croazia, Bosnia, Slovenia, Austria,
Spagna. Nel 2008 vince a sorpresa il Trieste International Poetry Slam - nel
2013 diventerà il primo presidente della LIPS - Lega Italiana Poetry Slam. Nel
2008, lascia Fucine Mute e Absolute Poetry e inizia a collaborare con Argo per
cui ha curato la ricerca sulla scena dialettale italiana sfociata nel 2014
nell'antologia L’Italia a pezzi. Antologia dei poeti in dialetto e in altre
lingue minoritarie (1950-2013) (Gwynplaine edizioni). Sempre per la rivista
Argo cura la sezione internazionale dell'Annuario di poesia.
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