domenica 9 maggio 2021

12/05 Storie di Pietre 2021: "Tempus edax rerum, Roma e il Timavo" Presentazione Libro - H 18.00 -

12 maggio ore 18.00:
👉in diretta sulla Pagina Facebook di Duino&Book (LINK) 
👉in presenza presso il Ristorante "Non So" al Villaggio del Pescatore (DuinoAurisina-TS).

Il Video è disponibile anche sul canale YouTube a partire dal 14/5 (LINK)

PRESENTAZIONE DELLA 3^ EDIZIONE DEL LIBRO
“TEMPUS EDAX RERUM, ROMA E IL TIMAVO” 

Con la partecipazione dell’Archeologa Paola Ventura della Soprintendenza per l’archeologia, le belle arti e il paesaggio del FVG, di Rinaldo Stradi, Presidente del Gruppo Speleologico Flondar e di Valentina Degrassi, Archeologa, l’incontro sarà moderato da Massimo Romita, Presidente del Gruppo Ermada Flavio Vidonis.

Edito dal Gruppo Speleologico Flondar, il libro deve il titolo a un motto di Virgilio sulla caducità delle cose realizzate dall’uomo. Ãˆ una rassegna delle scoperte archeologiche effettuate sul territorio tra Monfalcone e Aurisina, dove sono numerose le tracce di edifici d’epoca romana, tra le quali varie ville abbellite da pavimentazioni musive. Di particolare interesse appaiono le stazioni di posta sulla consolare Via Gemina e il rinvenimento dei resti di due legionari del I secolo a.C. in un pozzo naturale presso Villaggio del Pescatore.

Nel 2001 il volume Ã¨ stato ampliato con l’aggiunta di un capitolo sui risultati delle ultime ricerche archeologiche sul complesso dei resti d’epoca romana del cosiddetto Castello d’Attila e con una rassegna delle grotte del Carso triestino in cui sono stati scoperti manufatti coevi. E’ stato anche rifatta la trattazione del sito del Mitreo, sulla base di nuove considerazione sul significato del tempio ipogeo. La terza edizione porta nuovi e importanti aggiornamenti.

Duino&Book è promosso dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis e si svolge grazie al contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia nell’ambito della Promozione delle attività culturali – iniziative progettuali 2021 per le manifestazioni di divulgazione della cultura umanistica e si avvale di diversi e specifici contributi nelle varie sezioni per la loro realizzazione. 

L’evento del 12 maggio vede la collaborazione del Gruppo Speleologico Flondar,  del Lions Club Duino Aurisina, del Ajser 2000,  e il sostegno della Banca di Credito Cooperativo di Staranzano e Villesse. 

https://www.sabap.fvg.beniculturali.it/

https://www.flondar.it/

GRUPPO SPELEOLOGICO FLONDAR

Il Gruppo Speleologico Flondar è operativo sul territorio dal 1973 e l’attività primaria è la speleologia in tutti i suoi aspetti.Negli ultimi anni il G.S.F. ha collaborato e collabora con le istituzioni nella ricerca storico-archeologica relativa al Comune di Duino-Aurisina ed è attivo nella divulgazione delle conoscenze apprese, sia attraverso l’allestimento di mostre e conferenze che attraverso la collaborazione con le scuole.

👉per la presentazione di tutta la rassegna "Storie di Pietre 2021" clicca qui

👉per scaricare il programma di "Storie Di Pietre 2021" in PDF clicca qui

👉clicca qui per il Video della conferenza stampa di presentazione del 26 aprile 2021 

👉clicca qui per la rassegna stampa


PER APPROFONDIRE

LE VIE DI COMUNICAZIONE - Valentina Degrassi

 La zona che oggi grossomodo comprende parte del Villaggio del Pescatore, San Giovanni di Duino, il Lisert e la zona industriale di Monfalcone, corrispondeva ad un'area nota nella storiografia antica come Lacus Timavi.

Livio, storico vissuto a cavallo tra I secolo a.C. ed il successivo, la descrive con poche parole (LIV.XLI.1.2; XLI.2.1), sufficienti tuttavia a delineare un panorama assai diverso dall'attuale. L'acqua raggiungeva le pendici degli ultimi colli del Carso monfalconese, invadendo l'attuale zona industriale fino al colle di Moschenizze e spingendosi a ridosso della ss. 14 verso S. Giovanni di Duino e le foci del Timavo. Un' isoletta ed un antico sistema di cordoni litoranei separava dal mare aperto questo bacino. Non sappiamo di che natura fosse questo "lago": oggi si pensa ad un estensione del sistema di lagune che caratterizza l'arco adriatico nord-occidentale, per quanto un considerevole apporto d'acqua dolce, dovuto al Timavo stesso e molto probabilmente ad un ramo secondario dell'Isonzo, può aver creato condizioni ambientali particolari, tali da giustificare la terminologia utilizzata da Livio2.
Il Lacus Timavi e le zone finitime erano inserite nella rete stradale antica attraverso due percorsi principali:

1. la via Gemina, che collegava Aquileia a Tergeste.

2. la via che collegava questa zona con la grande strada Aquileia-Emona, l'odierna Lubiana, stesa lungo la valle del Vipacco.

La prima, provenendo da Ronchi, correva lungo le falde meridionali dei colli del monfalconese a ridosso della laguna3. Attraversava il Locavaz in prossimità dell'attuale ponte della ss.14, quindi si biforcava, per riunirsi in prossimità di S. Giovanni di Duino. Con tratto unico scendeva, attraversando la statale vicino ai Lupi di Toscana, verso la Bocche del Timavo, quindi con un ramo raggiungeva il Villaggio del Pescatore riunificandosi al tracciato principale nei pressi del bivio di Duino. Proseguiva quindi verso Sistiana ed Aurisina. Il percorso ulteriore raggiungeva Prosecco da dove un ramo scendeva a Trieste mentre l'altro proseguiva per l'Istria4.

L'altro asse partiva anch'esso dalla zona di Ronchi ma entrava nella valle delle Mucille lungo il versante nord dei colli monfalconesi: tagliava nei pressi di Selz portandosi sulle falde meridionali del Cossich, proseguiva quindi verso il lago di Doberdò, inoltrandosi nella stretta valle tra il Debelj e l'Arupacupa (loc. Vertace). Svoltava quindi per Jamiano, dove superava un'altra confluenza con la strada che si inoltrava nel Vallone, infilandosi infine nella valle di Brestovizza. Da qui puntava verso la valle della Branizza, che attraversava presso l'odierna Branik, per ricongiungersi al percorso della via Aquileia-Emona nei pressi di Aidussina (Ad Castra). Collegamenti diretti con questa via e la zona del Lacus Timavi (e quindi Duino) sono stati rilevati presso l'Ermada ad est di Medeazza e lungo il versante occidentale del Flondar: ambedue si collegavano al tracciato della Aquileia-Tergeste presso S. Giovanni di Duino.
Lungo la Gemina, nell'area della biforcazione della strada, presso l'attuale acquedotto Randaccio, è stata scoperta negli anni '80 una grande villa identificata con la mansio Fons Timavi, stazione di posta nominata dagli antichi itinerari e riportata sulla Tabula Peuntingeriana6. Sempre sulla base degli itinerari e di altri scrittori, in particolare Plinio (NH III.18.127), abbiamo qualche notizia circa i centri abitati che s'incontravano più ad est: la prima località nominata dopo la mansio è il Castellum Pucinum, borgo che l'odierna storiografia identifica con Duino7, oltre al quale si apriva il golfo di Trieste. A favore dell'identificazione di Duino con un castellum, nel senso di sito fortificato, hanno pesato i risultati di una campagna di scavo condotta in un'area adiacente alla cinta muraria dell'attuale castello8, in base ai quali è stata accertata la presenza di un' insediamento la cui ultima fase si data tra la seconda metà del I secolo a.C. e la prima metà del successivo. Su questa base, avvalorata dalla posizione strategica di Duino, naturalmente protetta e dominante rispetto la rete stradale antica, oggi si reputa che Castellum Pucinum sorse negli anni successivi alle incursioni giapidiche del 52 a.C. e che mantenne le sue funzioni difensive fino in epoca tardo-antica, tanto da essere inserito nel sistema di fortificazioni del confine orientale9.

NOTE
1 In anni recenti, è stata avviata una ricerca, denominata progetto SARA, finalizzata alla ricostruzione della linea di costa tra Aquileia e Tergeste, con particolare riferimento ai mutamenti idrografici del territorio compreso tra il Tagliamento ed il Timavo: F. Maselli Scotti, V. Degrassi, P. Ventura 1998, Lacus Timavi in the Region of Venezia Giulia (Italy) from the Bronze to the Roman Age: Human Settlements and Landscapes Archaeology, Atti del XIII Congresso UISP, 4, Forlì pp.521-525; F.Maselli Scotti et Alii 1998, Aquileia: a Protohistorical Human Setting, Atti del XIII Congresso UISP, 4, Forlì, pp.827-833. Vedi da ultimo il contributo di F. Maselli Scotti in AAAd 45, 1999.
2 Vale la pena ricordare che Tacito (Annales XIV,5) utilizza il termine "lacus" riferendosi a Baia: il Baianus Lacus è uno specchio d'acqua costiero, ad acque marine, collegato al mare aperto da un canale. Sulla possibilità che l'Isonzo si gettasse con un ramo anche nell'area del golfo di Panzano, vedi supra F. Senardi.
3 I tratti di strada rinvenuti nella zona di Monfalcone sono pochissimi: solchi carrai sono attestati in pratica, solo sulle falde del colle di Moschenizze, al confine della palude. Esistono tuttavia moltissimi accenni a tratti di questa strada negli appunti manoscritti di A. Puschi, conservati ai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, grazie ai quali è possibile ricostruire l'asse viario dal ponte di Ronchi fino a quello (o quelli) sul Locavaz: cfr. V. Degrassi, P. Ventura 1999, passim.
4 Una corrente di pensiero individua una via per l'Istria interna-Fiume lungo un percorso interno, di ascendenza protostorica, piuttosto che lungo la tradizionale via Aurisina-S. Croce-Prosecco. In base ad una od all'altra ipotesi, la Mansio Avesica nominata dall'Itinerario Antonino, situata a 12 miglia da quella di Fons Timavi lungo il percorso per Fiume (Tarsatica), andrebbe riconosciuta in Prosecco o in Zolla, località presso Monrupino; cfr. L. Bosio 1991 passim; A. Grilli 1973, pp.28-30.
5 Un nodo stradale si trovava probabilmente nei pressi di Ceroglie: già rilevato dal Gregorutti (1890-92) e dal Puschi (1905), esso permetteva da un lato si raggiungere il mare, dall'altro di collegarsi all'altopiano di Comeno.
6 La Tabula Peuntingeriana, che deve il nome al suo primo editore Peutinger, è un documento di epoca medievale copia di una sorta di carta stradale risalente al IV secolo d.C. (itinerarium pictum). Essa riporta, con tanto di indicazioni sia delle distanze sia delle stazioni di posta, gli itinerari principali in partenza da Roma. E' certamente il documento più importante in nostro possesso per ricostruire i percorsi di epoca romana: ad essa si affiancano due itinerari scritti (itineraria adnotata), nati come guide per i viaggiatori che, dovendo scegliere un percorso, potevano in base ad essi fissare le possibili tappe o conoscere le distanze tra le località da raggiungere.7 Castellum Pucinum, la località nominata nella Tabula Peutingeriana e negli itinerari, è riconosciuta ora in Prosecco, ora in Duino (da ultimo L. Bosio 1991, p. 218 e ss). P. Kandler (1874) e con lui A. Puschi (appunti manoscritti: cfr. nt.3) identificavano il Castellum con le rovine del Palazzo d'Attila, nella Val Catino (Villaggio del Pescatore).8 F. Maselli Scotti 1983-84, passim.
9 F. Maselli Scotti 1992 p.370, Eadem 1994, pp.180-181.

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
L. BOSIO, Le fortificazioni tardo-antiche del territorio di Aquileia, in AAAd. 15, 2, pp.515-548
L. BOSIO 1991, Le strade romane della Venetia e dell'Histria, Padova
V. DEGRASSI, P. VENTURA 1999, Ricerche nell'area del Lacus Timavi: la rete stradale nelle fonti archivistiche, in AAAd 45, pp.125-145
C. GREGORUTTI 1890-92, L'antico Timavo e le vie Gemina e Postumia, "A.Tr" s. II, 16, pp.259-313; "A.Tr" s. II, 1891, pp.166-206; "A.Tr" s. II, 18, 1892, pp.39-79
A. GRILLI 1979, Il territorio di Aquileia nei geografi antichi, in AAAd 15, 1, pp.223-257
A. GRILLI , G. MENG 1978-79, La strada romana sul Carso triestino, "Atti del CeRDAC" 10, pp.63-81
P. KANDLER 1874, Discorso sul Timavo, Trieste
F. MASELLI SCOTTI 1983-1984, Problemi suscitati dai recenti scavi di Duino (Trieste), in Problemi storici ed archeologici dell'Italia nord-orientale e delle regioni limitrofe dalla preistoria al medioevo, "ACMT", Quaderno XIII,1, pp.45-64.
F. MASELLI SCOTTI (1990) 1992, Due fortificazioni tardo antiche ad oriente di Aquileia, in Felix temporis reparatio, Atti del convegno Milano capitale dell'Impero romano, Milano 8-11 marzo 1990, Milano, pp.369-373
F. MASELLI SCOTTI 1994, Le difese ad oriente di Aquileia al tempo dell'invasione attilana, in "Attila, flagellum Dei?", Convegno internazionale di studi storici sulla figura di Attila e sulla discesa degli Unni in Italia nel 452 d.C., pp.180-186
A. PUSCHI 1905, La strada romana da Aquileia ad Emona, "A.Tr" s. III, pp.109-125
A. SCHMID 1979, Vecchie e nuove scoperte lungo l'antica rete stradale del Timavo, "Alpi Giulie" 73, pp.34-64
A. SCHMID 1985, Il Vallone del Carso, Trieste
G. SCHMIEDT 1979, Contributo della fotografia aerea alla conoscenza del territorio di Aquileia, in AAAd 15, pp 153 e ss
V. VEDALDI JASBEZ 1994, La Venetia orientale e l'Histria, Le fonti letterarie greche e latine fino alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, "Studi e Ricerche sulla Gallia Cisalpina" 5, Roma

 

LE VILLE DEL "LACUS TIMAVI" - Valentina Degrassi (VD), Paola Ventura (PV)

Il piccolo catalogo abbraccia i territori dei comuni di Duino Aurisina e di Monfalcone, limitato quest'ultimo, all'area strettamente legata al Lacus Timavi. Sono stati considerati inoltre, solo i complessi dei quali si è reso disponibile un rilievo: delle altre ville si forniscono esclusivamente notizie di carattere generale, qui di seguito.


COMUNE DI DUINO AURISINA
Alcuni rinvenimenti sicuramente riferibili ad una villa sono stati segnalati dal Kandler e dallo Sforzi nella baia di Sistiana1. In particolare si trattava di frammenti di suspensurae, quindi riconducibili all'ala termale di un complesso residenziale, e di scarsi lacerti di mosaico. La località, segnalata come "Braida Vecchia", è stata localizzata alla base della baia, vicinissima al mare: è verosimile che il porticciolo del tipo a mandracchio segnalato dal Kandler e dalla Scrinari, costituisse l'approdo privato della villa, sull'esempio di tutti gli altri complessi considerati.
Un'altra villa va sicuramente posizionata a Canovella degli Zoppoli, sul primo terrazzo prospiciente il mare2. Segnalata dal Puschi, sappiamo che si ornava di un mosaico "a stelle nere" e di altri tre vani pavimentati in mosaico monocromo bianco e cornice nera. Il Puschi ne individuò anche l'ala "rustica", dove vide, prima che venissero distrutti, alcuni dolia incassati nel terreno utilizzati, presumibilmente, per la conservazione di derrate alimentari. Il complesso era dotato anche di un sacello di culto, come testimonia un frammento di bacile in pietra offerto alla Bona Dea da parte di Ursa, rinvenuto sul posto3. Con l'individuazione di questa villa prende corpo il suggerimento espresso da F.Scotti sull'esistenza di uno scalo romano a Cannovella, forse da collegare all'attività estrattiva della cava di cui lo scalo poteva costituire il terminale d'imbarco4.
Un altro complesso di grandi dimensioni è stato segnalato dal Kandler sulla costa di Santa Croce: attualmente sono in corso accertamenti per individuarne la posizione ed eventualmente, rilevarne i resti subacquei. Oltre a questi rinvenimenti, va infine citata la necropoli segnalata da A. Schmid (1975) presso Slivia: non è possibile dire se questa fosse riferibile ad una villa o semplicemente alla via interna che dirigeva verso Fiume. In ogni caso è probabile che l'area fosse in uso ad una comunità in qualche modo legata alla stazione doganale di Prepotto.

COMUNE DI MONFALCONE
Dagli appunti manoscritti di A. Puschi apprendiamo dell'esistenza di una villa vicino all'attuale stazione ferroviaria di Monfalcone. Gli scavi da lui eseguiti, inediti e per questo estremamente difficili da interpretare, hanno messo in luce, molto probabilmente, l'area di un peristilio ornato da una balaustra in calcare. Da questa villa proviene un frammento di iscrizione pubblicato da P. Sticotti, riferibile al genio tutelare. Il gentilizio, purtroppo frammentario, rimanda alla gens Pomponia o Pompeia. Un altro complesso di grandi dimensioni doveva trovarsi sotto le pendici del colle della Rocca, nell'area dell'attuale Piazza del Popolo, del quale ce ne da notizia il Del Ben. Il rinvenimento di fistulae in piombo con bollo ci permette di inquadrare la villa nell'ambito del I secolo d.C.
Un altro rinvenimento di estremo interesse va posizionato nell'area limitrofa alla chiesa della Marcelliana6. Il rilievo, molto frammentario, è riconducibile ad un cortile porticato sul quale si affacciava un ambiente mosaicato. Il mosaico b/n con motivo ad ottagoni collegati da squadre, inquadranti un quadrato (o rettangolo) con losanghe di risulta agli angoli, è databile nell'ambito del II d.C. La posizione di questo complesso assume particolare interesse nel quadro di identificazione di un possibile paleo-delta del ramo isontino che avrebbe sfociato nel Lacus Timavi: è probabile infatti che il corso d'acqua scorresse tra l'area della Marcelliana che, ricordiamo, è sede plebanale, e le pendici dei colli monfalconesi.

NOTE
1 Su questa villa vedi F. Fontana 1993 passim, con bibliografia precedente. Un ringraziamento a C. Pristavez, socio del GSF, che ci ha fornito il materiale cartografico necessario alla sua localizzazione.
2 La villa è stata recentemente posizionata grazie ad un sopralluogo del GSF: frammenti di embrici sono a tutt'oggi adoperati nei muretti divisori dei campi. Su questa villa e sulla successiva è in corso uno studio particolareggiato: cfr. S. Flego, L. Rupel, M. Zupancic, Contributo alla topografia dei siti archeologici sul declivio tra Sistiana e Grignano (cc. Santa Croce ed Aurisina), c.s.
3 P. Sticotti, p.210 nt.3: "il nome della località è Srednje, "campi di mezzo", ma il vocabolo più antico sarebbe Conovello..."
4 F. Maselli Scotti 1979, p.357.
5 P. Sticotti 1908, p.282 e ss.
6 L. Bertacchi 1979, p.285
L. BERTACCHI 1979, Presenze archeologiche romane nell'area meridionale del territorio di Aquileia, in AAAd 15, 1, pp. 259-289
F. DEL BEN 1790, Notizie storiche e geografiche della Desena e Territorio della Terra di Monfalcone, Manoscritto, Biblioteca comunale di Monfalcone
P. KANDLER, G. SFORZI 1842, Esplorazioni di antichità nella città ed agro tergestino, Trieste
F. MASELLI SCOTTI 1979, Il territorio di sud-orientale di Aquileia, in AAAd 15, 1, pp. 345-381
A. PUSCHI 1892, Scoperte archeologiche a Trieste e nel suo agro, "A.Tr" n.s. 18, pp.264 e ss.
A. SCHMID 1975, S. Antonio Abate sopra Slivia. Ricerche storico - topografiche, "Alpi Giulie" 69/1
V. SCRINARI 1951, Tergeste, Roma-Spoleto
P. STICOTTI 1908, Antichità scoperte a Trieste e nel suo agro, "A.Tr" 4, s. III, pp.279-288
P. STICOTTI 1911, Recenti scoperte di antichità avvenute a Trieste e nel suo territorio, "A.Tr" 6, s. III, pp.171 e ss.
1 Su questa villa vedi F. Fontana 1993 passim, con bibliografia precedente. Un ringraziamento a C. Pristavez, socio del GSF, che ci ha fornito il materiale cartografico necessario alla sua localizzazione.
2 La villa è stata recentemente posizionata grazie ad un sopralluogo del GSF: frammenti di embrici sono a tutt'oggi adoperati nei muretti divisori dei campi. Su questa villa e sulla successiva è in corso uno studio particolareggiato: cfr. S. Flego, L. Rupel, M. Zupancic, Contributo alla topografia dei siti archeologici sul declivio tra Sistiana e Grignano (cc. Santa Croce ed Aurisina), c.s.
3 P. Sticotti, p.210 nt.3: "il nome della località è Srednje, "campi di mezzo", ma il vocabolo più antico sarebbe Conovello..."
4 F. Maselli Scotti 1979, p.357.
5 P. Sticotti 1908, p.282 e ss.
6 L. Bertacchi 1979, p.285

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
L. BERTACCHI 1979, Presenze archeologiche romane nell'area meridionale del territorio di Aquileia, in AAAd 15, 1, pp. 259-289
F. DEL BEN 1790, Notizie storiche e geografiche della Desena e Territorio della Terra di Monfalcone, Manoscritto, Biblioteca comunale di Monfalcone
P. KANDLER, G. SFORZI 1842, Esplorazioni di antichità nella città ed agro tergestino, Trieste
F. MASELLI SCOTTI 1979, Il territorio di sud-orientale di Aquileia, in AAAd 15, 1, pp. 345-381
A. PUSCHI 1892, Scoperte archeologiche a Trieste e nel suo agro, "A.Tr" n.s. 18, pp.264 e ss.
A. SCHMID 1975, S. Antonio Abate sopra Slivia. Ricerche storico - topografiche, "Alpi Giulie" 69/1
V. SCRINARI 1951, Tergeste, Roma-Spoleto
P. STICOTTI 1908, Antichità scoperte a Trieste e nel suo agro, "A.Tr" 4, s. III, pp.279-288
P. STICOTTI 1911, Recenti scoperte di antichità avvenute a Trieste e nel suo territorio, "A.Tr" 6, s. III, pp.171 e ss.
1 Su questa villa vedi F. Fontana 1993 passim, con bibliografia precedente. Un ringraziamento a C. Pristavez, socio del GSF, che ci ha fornito il materiale cartografico necessario alla sua localizzazione.
2 La villa è stata recentemente posizionata grazie ad un sopralluogo del GSF: frammenti di embrici sono a tutt'oggi adoperati nei muretti divisori dei campi. Su questa villa e sulla successiva è in corso uno studio particolareggiato: cfr. S. Flego, L. Rupel, M. Zupancic, Contributo alla topografia dei siti archeologici sul declivio tra Sistiana e Grignano (cc. Santa Croce ed Aurisina), c.s.
3 P. Sticotti, p.210 nt.3: "il nome della località è Srednje, "campi di mezzo", ma il vocabolo più antico sarebbe Conovello..."
4 F. Maselli Scotti 1979, p.357.
5 P. Sticotti 1908, p.282 e ss.
6 L. Bertacchi 1979, p.285















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