mercoledì 12 ottobre 2016

Marcello Ravaioli al Festival del Libro della Grande Guerra a Duino con "La Guardia di Finanza nella Grande Guerra 1915-1918"


Marcello Ravaioli interverrà durante il Festival del Libro della Grande Guerra di Duino per parlarci del suo volume La Guardia di Finanza nella Grande Guerra 1915-1918.


Ricostruire le vicende che hanno visto coinvolta la Guardia di Finanza nel corso del primo conflitto mondiale non è stata un’impresa facile.
La Guardia di Finanza nella Grande Guerra 1915-1918 è un’opera concepita non soltanto perché nel 2015 ricorreva il centenario di quel fatidico 24 maggio in cui l’Italia entrò in guerra, ma anche perché si avvertiva la necessità di onorare la memoria di tutti quei Finanzieri che si resero protagonisti di valorose imprese spinte fino all’estremo sacrificio in ambienti operativi estremamente ostili.
Il volume di Marcello Ravaioli, Generale della Guardia di Finanza e grande appassionato di storia del Corpo, ricostruisce, attraverso una minuziosa ricerca bibliografica e fotografica, le azioni di cui si resero protagoniste le unità combattenti della Regia Guardia di Finanza su tutti i fronti nei quali furono impegnate, per terra e per mare, mettendo in luce, in ogni circostanza, lo spirito di sacrificio e di servizio che, ancora oggi, contraddistingue l’operato delle Fiamme Gialle.
Fu una lotta nella quale i fattori morali – assai più di quelli materiali – ebbero un ruolo preminente. Una guerra combattuta contro avversari temibili, particolarmente addestrati e animati, talvolta, da motivazioni che oggi fortunatamente costituiscono solo un triste ricordo, sostituito, in tutti i Paesi un tempo tra loro ostili, da una sentita condivisione indispensabile a un percorso comune di crescita.
Per rappresentare al meglio il ruolo della Guardia di Finanza nelle vicissitudini del primo conflitto mondiale, il volume offre un ampio excursus su ciò che il Corpo era prima dell’entrata in guerra, così da evidenziare anche il perché una forza di polizia è partita per il fronte e ha combattuto “con” e “al fianco” delle Forze Armate, e su ciò che è stato durante la guerra.
Su una forza effettiva, all’epoca, poco superiore ai 20.000 uomini, salita a circa 32.000 per effetto dei richiami delle classi in congedo:
• 12.000 Finanzieri sono partiti per il fronte, inquadrati in 18 Battaglioni e reparti autonomi minori impiegati come unità di fanteria sul fronte trentino, in Carnia, Pal Piccolo, sull’Isonzo e sul Carso;
• 20.000 Finanzieri sono stati dispiegati per la vigilanza costiera e delle frontiere neutrali e alleate, nonché per lo svolgimento dei tradizionali compiti d’istituto a tutela della legalità dell’economia e del commercio.
Il prezzo pagato dal Corpo in termini umani è stato altissimo:
• 2.392 caduti;
• 2.600 feriti;
• 500 mutilati e invalidi.
Tanti sono stati quindi i protagonisti delle storie raccontate in questo libro, che porta il lettore a gettare un fascio di luce su un passato sconosciuto ai più, ma rilevante per il contributo che i Finanzieri diedero nel corso del conflitto.
Uno specifico capitolo è stato dedicato al racconto di quanto accaduto ai Finanzieri Pietro Dall’Acqua e Costantino Carta, sentinelle al ponte di Brazzano sul fiume Judrio, che, si legge nelle loro relazioni di servizio, alle 22.40 del 23 maggio 1915, esplosero i primi colpi di fucile della “Grande Guerra” delle Forze Armate italiane, salvando dal sabotaggio austriaco il ponte che l’indomani sarebbe stato utilizzato dai soldati dell´11^ Divisione di Fanteria (Brigate Re e Pistoia) per attraversare agevolmente il corso d’acqua e prendere posizione contro le linee nemiche.
L’episodio, al di là del significato simbolico, permette di ricordare come la Guardia di Finanza da sempre costituisca il primo diaframma a difesa del territorio nazionale, quale organo di vigilanza doganale e militare del confine.
Distaccamenti speciali di sciatori si distinsero sull’Ortles e sulla Marmolada, unità navali operarono sul Lago di Garda ed i reparti litoranei concorsero alla difesa costiera.
Tre battaglioni parteciparono alla resistenza sul Piave nel 1917 e poi alla vittoriosa Battaglia del Solstizio del giugno 1918, meritando alla Bandiera del Corpo la prima ricompensa al Valor Militare. Altri cinque operarono con il Corpo di spedizione in Albania.
Dopo la fine delle ostilità, la Guardia di Finanza, oltre a provvedere alla vigilanza lungo la linea di armistizio e alla organizzazione del servizio d’istituto nelle nuove province annesse, inviò reparti in Dalmazia, in Albania ed in Anatolia.
Due decorazioni furono concesse alla Bandiera durante la Grande Guerra:
Medaglia di bronzo per il 7° Battaglione mobilitato Guardia di Finanza concessa con R.D. del 31 ottobre 1920: «Per il valore con cui contrattaccò il nemico soverchiante per numero e per mezzi ostacolandone l’avanzata e per lo slancio dimostrato in aspre giornate di battaglia». Piave, dicembre 1917, giugno-luglio 1918.
Medaglia di bronzo per il Corpo della Guardia di Finanza concessa con R. D. del 3 novembre 1921: «Per il generoso contributo di sangue, di valore e di abnegazione dato durante la guerra, e per le virtù militari spiegate dai componenti del Corpo e da alcuni reparti, degni compagni in aspre prove di quelli dell’Esercito». Guerra italo-austriaca, 24 maggio 1915 – 4 novembre 1918
Altri capitoli sono dedicati all’attività che il Corpo svolse anche sul fronte interno, in un’economia stravolta dalla guerra.
Per l’intera durata del conflitto, infatti, la Guardia di Finanza, oltre a concorrere alle operazioni militari al fronte, continuò a svolgere i propri compiti di polizia economico-finanziaria in Italia, in Libia e nelle isole italiane dell’Egeo con l’effettuazione di controlli orientati alla verifica della corretta applicazione delle imposte (dazi interni e doganali, imposte sui consumi e di fabbricazione, monopoli fiscali, ecc.), il cui gettito era assolutamente necessario all’Erario per contribuire al finanziamento delle operazioni belliche.
Connessi alle prescrizioni della “economia di guerra” erano il contrasto alle esportazioni di prodotti vietati, alle violazioni dell’embargo verso Stati nemici e la tutela della regolamentazione della produzione e dei consumi.
Intensa era la vigilanza per impedire le varie forme di “contrabbando di guerra”, alimentate dalla difficile situazione in cui versava il Paese, e il controllo sull’osservanza dei contingentamenti di materie prime e prodotti industriali vitali per l’economia nazionale.
Molto sentite da una popolazione fortemente provata dalle privazioni della guerra erano le attività di controllo sul razionamento dei generi alimentari e il contrasto ai relativi fenomeni illeciti, come la sofisticazione alimentare e la “borsa nera”. Tali mansioni erano affidate ad appositi Reparti investigativi, le “Brigate Speciali”, antesignane dei moderni Nuclei di Polizia Tributaria dell’odierna Guardia di Finanza.
Il volume è andato ad inserirsi in una iniziativa di più ampie dimensioni, rientrante nel programma ufficiale delle commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Struttura di Missione per gli anniversari di interesse nazionale. Nel 2015, infatti, il Comando Generale della Guardia di Finanza, oltre a patrocinare la compilazione di questo libro, ha organizzato il 21 maggio a Padova, a Palazzo della Ragione, un convegno di studi sul tema, in collaborazione con il Comune e l’Università degli Studi di Padova, Comitato d’Ateneo per il Centenario della Grande Guerra ed ha anche scelto Venezia per realizzare una mostra, a livello nazionale, che si è tenuta nel periodo dal 9 maggio al 27 settembre 2015  per illustrare il contributo e il ruolo delle Fiamme Gialle nelle operazioni belliche della Grande Guerra e che non si è limitata a raccontare le battaglie combattute dalle Fiamme Gialle, comunque fedelmente descritte nel materiale illustrativo dell’allestimento, ma ha allargato la sua prospettiva per illustrare anche tanti altri aspetti che hanno caratterizzato la vita dei Finanzieri, di tutti gli altri soldati e dei civili nei 41 mesi di conflitto, snodandosi attraverso argomenti come la vita in trincea, la posta, la stampa, la propaganda, le malattie, il mercato nero e il contrabbando, gli animali in guerra e la difesa di Venezia ed offrendo al visitatore una visione d’insieme su aspetti anche più “intimi” della guerra, fino a proiettarlo dentro alla realtà del 1915-18, attraverso la fedele ricostruzione, a grandezza naturale, di  posti di comando, di ospedali da campo e di tratti di trincee.
La scelta del capoluogo lagunare risiedeva nella considerazione che Venezia, oltre ad essere la sede del Comando Interregionale del Corpo, competente per le tre Regioni (Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) su cui insisteva l’intera area del fronte italiano, è stata pienamente coinvolta nelle vicende del conflitto. Venezia, infatti, è stata il fulcro della grande organizzazione logistica delle retrovie italiane, ragione per cui è stata ripetutamente colpita dai bombardamenti austro-ungarici e, dopo Caporetto, ha visto il fronte correre sulle rive del fiume Piave, ad appena una trentina di chilometri dal campanile di San Marco.
Oggi, a oltre cento anni di distanza dall’inizio di quei tragici eventi, il volume vuole quindi ricordare e rendere omaggio alle tante persone, finanzieri e soldati, uomini e donne, che hanno vissuto e sofferto durante la Grande Guerra.

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